Jogos do biográfico em Gonçalo M. Tavares

Abstract

Questa tesi si propone di indagare la rappresentazione dello spazio biografico — capito, secondo Arfuch, come "i diversi modi in cui la vita e l'esperienza umana possono essere narrati" (2012, p. 14) — nella poliedrica scrittura del portoghese Gonçalo M. Tavares, in particolare nei libri 1 (2005), Histórias falsas (2005), Biblioteca (2004) e nella serie "Il quartiere" (composta di dieci libri finora). Articolando le nozioni di gioco da Huizinga — come un'attività umana che si sviluppa nello spazio specifico ed è soggetto a regole proprie — e Derrida — trattando la "possibilità di distruzione di un significato trascendente” (SANTIAGO, 1976, p. 53) —, l'intento è quello di mostrare fino a che punto il lavoro de Tavares gioca con le forme canoniche e rompe le aspettative del lettore, nel caso del genere (auto)biografico attraverso di tre modalità: l’autofinzione e la costruzione di una mitologia diritto d'autore; la finzione biografica attraverso l'uso di spurio, che si riferisce alla tradizione iniziata da Marcel Schwob e continuata da Jorge Luis Borges; e l’appropriazone e la successiva cancellazione del "nome dell'autore", con la creazione di caricature e l'uso di intertesto come strategia di costruzione di testi ibrido tra saggio e finzione. Attraverso queste procedure, l'universo letterario di Gonçalo M. Tavares rivela un processo in cui la sua performance come lettore fornisce carburante per l'attività autoriale, appropriandosi la letteratura per la produzione di letteratura, lasciando tracce della sua biblioteca privata nel suo lavoro, la creazione e la riflettendo su autori e libri, suggerendo una sorta di “biobibliografia”, che rende gli indizi di lettura e diminuisce la presenza di fatto e di personale, in una ricostruzione letteraria che può essere intesa come una storia della letteratura nella finzione.